Monografie e cataloghi

RENÉ PARESCE

Campigli, de Chirico, de Pisis, Savinio, Severini, Tozzi.

ITALIANI A PARIGI

Bononia University Press, XXXXX

René Paresce giunge a Parigi nel 1912 per cercare nella pittura il senso grande e terribile della sua epoca. Con Campigli, de Chirico, de Pisis, Savinio, Severini e Tozzi – Les Italiens de Paris – Paresce condivide un’esperienza straordinaria in una città dove “nulla era semplice nemmeno la miseria”, come scrive Hemingway.

Les Italiens sono diversi tra loro ma condividono l’identità del classico e la stessa idea di una pittura mediterranea e metafisica. Dopo le avanguardie l’artista deve tornare a essere un maestro ma anche un uomo di pensiero, un intellettuale moderno come ai tempi del Rinascimento. Les Italiens ne sono consapevoli: cambiando tecnica, cambiano stile. Per questo sono grandi innovatori.

 

 

René Paresce

Catalogo ragionato delle opere

Skira, 2012

Realizzato in collaborazione con l’Archivio Paresce, il volume è il primo Catalogo Generale Ragionato dedicato all’opera di René Paresce (1886-1937), protagonista degli Italiens de Paris, il gruppo di italiani residenti a Parigi formato da De Chirico, De Pisis, Severini, Campigli, Tozzi, Savinio e lo stesso Paresce.

Figura singolare nella storia dell’arte italiana e francese tra gli anni Venti e Trenta, René Paresce è stato, nell’ultimo decennio, al centro di una rivalutazione storico-critica, in seguito al ritrovamento di opere inedite, riscoperte da Rachele Ferrario, curatrice dell’Archivio Paresce e di questo stesso volume.

Lo scrittore che dipinse l’atomo

Vita di René Paresce da Palermo a Parigi

Sellerio, 2005

Renato Paresce, René da pittore, studiò fisica e fece ricerca in istituti scientifici, lavorò come giornalista, e divenne uno dei sette di Parigi, les Italiens de Paris, il gruppo di artisti che forgiava in Francia il moderno italiano. Erano Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Filippo De Pisis, Gino Severini, Massimo Campigli, Mario Tozzi e l’inquieto Paresce.

Non era professionalmente nato pittore, ma lo divenne con il tirocinio durato tutta la vita raccontato in questo libro: una formazione più esistenziale che artistica, nella cornice del mondo irrequieto e geniale delle avanguardie movimentate da Pablo Picasso, in cui gli interessi culturali molteplici si combinavano con un certo gusto di vita radicale e raffinato insieme.

Paresce vi aggiungeva un certo elegante distacco, a volte un désengagement malinconico. Quasi che l’essere pittore più che una forma d’arte fosse parte della ricerca di un tipo di esperienza più intensa, totale. Miscuglio di tradizioni e stili di vita diversi, figlio di un socialista avvocato ed editore di riviste di grande famiglia siciliana trapiantato a Firenze, e di madre artista e nobildonna russa, sposò una esule russa militante bolscevica e amica intima per tutta la vita di Trotzky. E visse da apolide prevalentemente a Parigi, ma anche a Londra, girovago in viaggi poi raccontati nei suoi reportage, o in America, su cui scriverà anche un libro, «L’altra America», dal titolo premonitore, che Paresce ha attraversato con una sensibilità nuova in una specie di fuga finale.

La morte lo prese ancora giovane, nel 1937 (era nato nel 1886), poco prima che i tempi amati giungessero al loro epilogo tremendo. E la sua vita in realtà si intravede, lasciando un sapore di inspiegato e doppio, di non definito perfettamente e come si percepisce di una fuga.